Export of cryptography

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The export of cryptography is the transfer from one country to another of devices and technology related to cryptography. In the early days of the Cold War, the United States and its allies developed an elaborate series of export control regulations designed to prevent a wide range of Western technology from falling into the hands of others, particularly the Eastern bloc. All export of technology classed as 'critical' required a license. CoCom was organized to coordinate Western export controls. rdf:langString
L'esportazione della crittografia è il trasferimento da un paese ad un altro di mezzi e tecnologie legati alla crittografia. Fin dalla seconda guerra mondiale un gran numero di stati, tra cui gli Stati Uniti d'America e i suoi alleati della NATO, hanno regolato l'esportazione della crittografia nell'ottica della sicurezza nazionale, definendo la crittografia come una munizione. rdf:langString
rdf:langString Export of cryptography
rdf:langString Esportazione della crittografia
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rdf:langString The export of cryptography is the transfer from one country to another of devices and technology related to cryptography. In the early days of the Cold War, the United States and its allies developed an elaborate series of export control regulations designed to prevent a wide range of Western technology from falling into the hands of others, particularly the Eastern bloc. All export of technology classed as 'critical' required a license. CoCom was organized to coordinate Western export controls. Currently, many countries, notably those participating in the Wassenaar Arrangement, have similar restrictions. The Wassenaar restrictions are largely loosensed in the late 2010s.
rdf:langString L'esportazione della crittografia è il trasferimento da un paese ad un altro di mezzi e tecnologie legati alla crittografia. Fin dalla seconda guerra mondiale un gran numero di stati, tra cui gli Stati Uniti d'America e i suoi alleati della NATO, hanno regolato l'esportazione della crittografia nell'ottica della sicurezza nazionale, definendo la crittografia come una munizione. Alla luce dell'enorme impatto della crittanalisi nella Seconda guerra mondiale, fu chiaro a questi stati che negare ad attuali e potenziali nemici l'accesso ai sistemi crittografici aveva un alto valore militare. Questi stati aspiravano anche a controllare le comunicazioni diplomatiche delle altre nazioni, incluse le molte nazioni emergenti nel post-colonialismo la cui posizione nella guerra fredda era ritenuta vitale. Il primo emendamento della costituzione americana rendeva difficile il controllo sull'uso della crittografia all'interno degli Stati Uniti, ma controllare l'accesso degli altri paesi alle ricerche americane risultò essere più semplice, o perlomeno la costituzione non lo impediva. Di conseguenza, vennero introdotte delle regolamentazioni all'interno del regolamento sul controllo delle munizioni che richiedevano una licenza per esportare metodi crittografici o anche una loro descrizione; le regolamentazioni stabilivano che oltre una certa resistenza, definita sulla base dell'algoritmo e della lunghezza della chiave, non si sarebbe permessa l'esportazione di metodi crittografici, se non in casi particolari. Lo sviluppo e la pubblicazione del Data Encryption Standard (DES) e delle tecniche a chiave asimmetrica negli anni settanta, la nascita di Internet, le lotte portate avanti per eliminare le limitazioni nel campo crittografico, alcune volte rendendo impossibile l'applicazione della legge, fecero sì che negli anni novanta si era ridotta l'utilità di questa legge. Nonostante ciò alcuni alti gradi militari americani credettero che la mondiale e diffusa disponibilità di tecniche di crittografia avanzate avrebbe reso più difficile la capacità della National Security Agency di decodificare messaggi che avrebbero potuto rivelare importanti informazioni riguardo a piani ostili agli Stati Uniti.
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