Editology

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« Éditologie » est le terme proposé par le philosophe belge Jean C. Baudet pour désigner sa démarche épistémologique. Il s'agit d'opérer la critique de la science en définissant celle-ci comme formée « d'un ensemble de textes édités ». Il faut, bien entendu, analyser le contenu de ces textes, mais il faut en outre comprendre les modalités de leur édition, c'est-à-dire leur acceptation comme « scientifiques » par la communauté internationale des chercheurs. C'est dans ces modalités que résident les particularités du discours scientifique. L'éditologie pose donc que le critère de scientificité de Karl Popper (la falsifiabilité) est insuffisant : les propositions de la vie courante sont généralement falsifiables, sans cependant présenter de caractère scientifique. Un texte du Journal of the A rdf:langString
L'editologia è il termine con il quale il filosofo Jean Claude Baudet designa la validità o meno di un sapere scientifico. Secondo Baudet, la caratteristica principale dell'editologia è quello di definire la conoscenza come un insieme di testi, discorsi (e quindi termini), e di assegnare la scientificità di quei testi in base alle condizioni stesse della loro edizione. Nella concezione di Baudet, l'editologia ha due scopi: comprendere i termini (terminologia) e analizzare l'edizione (editologia in senso stretto). rdf:langString
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rdf:langString « Éditologie » est le terme proposé par le philosophe belge Jean C. Baudet pour désigner sa démarche épistémologique. Il s'agit d'opérer la critique de la science en définissant celle-ci comme formée « d'un ensemble de textes édités ». Il faut, bien entendu, analyser le contenu de ces textes, mais il faut en outre comprendre les modalités de leur édition, c'est-à-dire leur acceptation comme « scientifiques » par la communauté internationale des chercheurs. C'est dans ces modalités que résident les particularités du discours scientifique. L'éditologie pose donc que le critère de scientificité de Karl Popper (la falsifiabilité) est insuffisant : les propositions de la vie courante sont généralement falsifiables, sans cependant présenter de caractère scientifique. Un texte du Journal of the American Chemical Society est scientifique du fait même de sa parution dans ce périodique ; un article du journal Le Monde ne l'est pas. L'éditologie devant examiner soigneusement les publications scientifiques (revues périodiques, normes, brevets...), elle doit faire appel à la sociologie et à l'histoire. L'éditologie considère donc que l'histoire des sciences et la sociologie des milieux scientifiques sont deux parties intégrantes de l'épistémologie. Un apport important de l'éditologie à la réflexion philosophique est de substituer le concept de science-technologie-industrie (STI) à celui de science. La STI est un continuum épistémique, car les modalités d'édition sont semblables pour les travaux « scientifiques » (chercheurs), « techniques » (ingénieurs) et « industriels » (manageurs). Le concept d'éditologie a notamment été mis en œuvre par l'école de sociolinguistique de l'Université de Rouen dans les années 1990 (Louis Guespin, François Gaudin).
rdf:langString L'editologia è il termine con il quale il filosofo Jean Claude Baudet designa la validità o meno di un sapere scientifico. Secondo Baudet, la caratteristica principale dell'editologia è quello di definire la conoscenza come un insieme di testi, discorsi (e quindi termini), e di assegnare la scientificità di quei testi in base alle condizioni stesse della loro edizione. Nella concezione di Baudet, l'editologia ha due scopi: comprendere i termini (terminologia) e analizzare l'edizione (editologia in senso stretto). La critica della scienza, a suo giudizio, deve fondarsi su «un complesso di testi pubblicati» che certamente vanno analizzati ma va capita anche la modalità della loro pubblicazione cioè il fatto che sia loro riconosciuta dignità scientifica dalla comunità internazionale dei ricercatori va collegata anche in quale tipo di pubblicazione quel testo è stato stampato. Jean Claude Baudet ritiene insufficiente il criterio di scientificità (la falsificabilità) di Karl Popper poiché le proposizioni espresse nella vita quotidiana sono generalmente falsificabili senza che per questo acquistino un carattere scientifico. Un testo invece pubblicato ad esempio sulla rivista dell' "American Chemical Society" è da considerarsi scientifico per il fatto stesso di apparire in questo periodico, un articolo invece pubblicato dal quotidiano Le Monde non ha carattere specificatamente scientifico. Per Baudet, l'editologia poiché deve controllare accuratamente le pubblicazioni scientifiche (riviste periodiche, norme, brevetti...) deve fare appello alla sociologia e alla storia. L'editologia considera infatti la storia della scienza e la sociologia come degli strumenti scientifici parti integranti dell'epistemologia. Sempre secondo Baudet, un apporto importante dell'editologia alla riflessione filosofica è quello di sostituire il concetto di STI (Scienza-Tecnologia-Industria) a quello di scienza. La STI rappresenta un "continuum" epistemico perché le modalità di pubblicazione sono simili per i lavoratori scientifici (ricercatori), tecnici (ingegneri) e industriali (manager). Questo approccio filosofico conduce ad una concezione della conoscenza che dichiara che il fulcro del razionalismo, inteso come logica, è il complesso di STI. Una importante conseguenza del pensiero editologico è di stabilire una critica storica dei discorsi successivi che caratterizzano le pietre miliari del pensiero umano: la letteratura, la religione, e più tardi la filosofia. Il concetto di editologia è stato attuato dalla scuola di sociolinguistica dell'Università di Rouen negli anni '90 .
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