Contaminated blood scandal in the United Kingdom
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In the 1970s and 1980s, a large number of people – most of whom had haemophilia – were infected with hepatitis C and HIV, the virus that leads to acquired immune deficiency syndrome (AIDS), as a result of receiving contaminated clotting factor products. In the United Kingdom, these were supplied by the National Health Service (NHS). The Haemophilia Society estimates that around 4,700 people with bleeding disorders were infected, with some estimates as high as 6,000. As of August 2022, at least 2,400 people have died from the use of contaminated factor VIII and factor IX clotting agents and the viruses they transmitted.
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Il caso degli emoderivati infetti nel Regno Unito è un caso di cronaca emerso quando migliaia di emofilici sono risultati essere infetti dai virus HIV e dell'epatite C in seguito alla somministrazione di fattori della coagulazione forniti dal servizio sanitario nazionale (NHS) tra gli anni settanta e gli anni ottanta. Fino all'ottobre 2017, sono stati registrati almeno 1.246 decessi in persone che hanno fatto uso di fattore VIII e fattore IX ma secondo alcune stime il numero totale di morti potrebbe raggiungere i 2.400 sebbene non siano note cifre esatte.
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Contaminated blood scandal in the United Kingdom
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Caso degli emoderivati infetti nel Regno Unito
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2400
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Bottle of factor VIII, a product used to treat haemophilia
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Contaminated factor VIII and factor IX
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1980.0
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Contaminated blood scandal
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In the 1970s and 1980s, a large number of people – most of whom had haemophilia – were infected with hepatitis C and HIV, the virus that leads to acquired immune deficiency syndrome (AIDS), as a result of receiving contaminated clotting factor products. In the United Kingdom, these were supplied by the National Health Service (NHS). The Haemophilia Society estimates that around 4,700 people with bleeding disorders were infected, with some estimates as high as 6,000. As of August 2022, at least 2,400 people have died from the use of contaminated factor VIII and factor IX clotting agents and the viruses they transmitted. More broadly, contaminated blood transfusions and blood products provided by the NHS are thought to have infected around 25,000–30,000 people with viruses during the period. People with haemophilia were principally infected via the plasma-derived product known as factor VIII, a processed pharmaceutical product sourced from the United States and elsewhere. The creation of such products involved dangerous manufacturing processes. Large groups of paid donors were used (as many as 60,000 per batch, and including prisoners and drug addicts); it only required one infected donor to contaminate an entire batch, which would then infect all of the patients that received that material. In contrast, this was at a time when the practice of paying donors for whole blood in the United States had effectively ceased; the UK did not import whole blood from abroad, but it did import large quantities of Factor VIII given to those infected (as described in the documentary Factor 8: The Arkansas Prison Blood Scandal). The principal reason that the UK imported these products was that it did not produce enough of its own, and efforts to achieve self-sufficiency were inadequately funded. A study published in 1986 showed that 76% of those who used commercial clotting-factor products became infected with HIV, as opposed to none of those who only used the previous treatment cryoprecipitate. No government, healthcare or pharmaceutical entity in the UK has admitted any liability in the scandal. As part of an ongoing public inquiry, 3,000 surviving victims were awarded interim compensation payments in August 2022, to be paid urgently due to the extremely high death rate of survivors.
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Il caso degli emoderivati infetti nel Regno Unito è un caso di cronaca emerso quando migliaia di emofilici sono risultati essere infetti dai virus HIV e dell'epatite C in seguito alla somministrazione di fattori della coagulazione forniti dal servizio sanitario nazionale (NHS) tra gli anni settanta e gli anni ottanta. Fino all'ottobre 2017, sono stati registrati almeno 1.246 decessi in persone che hanno fatto uso di fattore VIII e fattore IX ma secondo alcune stime il numero totale di morti potrebbe raggiungere i 2.400 sebbene non siano note cifre esatte. Gli organi di informazione hanno talvolta riportato incorrettamente i trattamenti ricevuti dagli emofilici come "trasfusioni di sangue" ma in realtà gli emoderivati utilizzati erano un prodotto farmaceutico ottenuto dal plasma in base alle norme sui farmaci (il Medicines Act) e non avevano alcuna relazione con le trasfusioni, sebbene anch'esse abbiano trasmesso infezioni in altri casi (si veda lo scandalo del sangue infetto). Le infezioni sono state causate principalmente dal fattore VIII, un emoderivato proveniente dagli Stati Uniti e non solo. La produzione di questi farmaci comportava processi produttivi pericolosi dal punto di vista infettivo: venivano infatti utilizzati gruppi numerosi di donatori a pagamento (fino a 60.000 donatori per lotto, inclusi detenuti e tossicodipendenti) quando un solo donatore infetto sarebbe stato sufficiente a contaminare un intero lotto, che poi avrebbe a sua volta infettato i pazienti a cui veniva infuso l'emoderivato. All'epoca dello svolgimento dei fatti, negli Stati Uniti la pratica di pagare i donatori di sangue intero era cessata mentre permaneva per le donazioni di plasma. Il Regno Unito non importava sangue intero dall'estero bensì importava grandi quantità di fattore VIII somministrato agli emofilici, come descritto nel documentario Factor 8: The Arkansas Prison Blood Scandal. Motivo principale delle importazioni di prodotti emoderivati nel Regno Unito è stata la non autosufficienza a livello nazionale. Uno studio pubblicato nel 1986 ha mostrato che il 76% delle persone che hanno utilizzato fattori della coagulazione commerciali sono stati infettati dall'HIV, al contrario di nessun caso di infezione in persone che utilizzavano il precedente trattamento mediante crioprecipitato. Nessuna entità governativa, sanitaria o farmaceutica nel Regno Unito hanno ammesso alcuna responsabilità in questo caso e non sono stati corrisposti indennizzi o risarcimenti alle persone infettate o ai loro familiari, sebbene il governo abbia fornito, attraverso un trust, dei benefici su base reddituale per alcune persone infette da HIV sopravvissute.
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